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martedì 13 marzo 2012

Accidenti....!

Smanettando sull'impostazione della pagina, ho  cancellato per errore tutti i blog che seguo. Uffaaa!!!

La supponenza


Entrando in un negozio, o meglio in un negozio che vende oggetti di un livello un po’ più alto di quelli della grande distribuzione, avete mai fatto caso alle commesse o ai commessi? Appena mettete il piede all’interno, vi scrutano come se foste dei pezzenti, come se loro fossero , non dico le proprietarie del negozio, ma addirittura le couturiere .
Entrate in un negozio della via più “in” della vostra città, oppure da Gucci o da Vuitton in Montenapoleone. Quell’aria di superiorità, di supponenza aleggia nell’aria. Voi siete lì per comperare qualcosa che contribuirà a pagare il loro salario mensile e invece sembra che il favore ve lo facciano loro  calandovi dall’alto i prodotti  in vendita.
Loro sono impeccabili nelle loro “divise” da lavoro, nei loro abiti e scarpe griffati, giganteggiano dai tacchi stratosferici e camminano con l’andatura da discoteca , mentre  voi  avete indosso il cappottino di due stagioni fa e la borsetta di due collezioni fa…che orrore!!!  e vi muovete normalmente, quasi in fretta,  come chi è abituato a non perdersi in ciance inutili.
Esaminandovi da cima a fondo,  sembra che vi dicano. “ Ma che ci entri a fare qui? Ti sei vista? Che  lo comperi a fare sto abitino? Indossandolo, rimarrai la pezzente che sei. Nessuno ti si filerà. E poi dove li trovi i soldi per pagarlo? Chissà da quanto tempo stai risparmiando per potertelo permettere. Guarda, invece,  come sono elegante io con questo completino, guarda come lo indosso. Io sì che posso permettermelo, non tu.”
Poi ti propongono il pezzo meno caro, visto che , secondo loro, è l’unico che puoi permetterti dicendoti: “ Guardi questo pulloverino; se lo indosserebbe  con questi jeans….” I congiuntivi!!!
E la sera, mentre voi siete nella vostra casa confortevole e state sorseggiando un calice di Brunello, accompagnato da un crostino al Beluga, loro sono rientrati nel loro squallido monolocale dell’interland e si stanno bevendo un bicchieraccio di “ vino in carton”.

Ecco la differenza.

Oppure il solito rappresentante di commercio con Audi A4  rigorosamente station wagon nera o SUV ultimo grido, Rolex al polso, portafoglio di Vuitton, Iphone ultima generazione esibito sempre in mano o attaccato all’orecchio, che al Wine bar ti scruta sentendosi il dio in terra . E tu, povero mortale, che forse hai nel portafoglio quello che lui non si sogna nemmeno in un mese, ti dovresti sentire piccolo piccolo di fronte a questo emerito personaggio. Dovresti cedergli la priorità al bancone, dovresti fare in modo che possa servirsi lui per primo dal vassoio del roast beef  appoggiato sul bancone.